Sull'assunzione di fluoro esistono varie scuole di pensiero. Già negli anni 30 alcuni studi dimostrarono che i denti dei pazienti che avevano assunto fluoro in fase pre-eruttiva erano meno soggetti a carie dentaria rispetto ai soggetti che invece non lo avevano assunto. I risultati sono stati a tal punto incoraggianti da far sì che venisse dal 1945 introdotta quale norma profilattica l'integrazione alimentare della gestante con tale minerale a partire dal quarto mese di gravidanza. Il fluoro sarebbe infatti responsabile della formazione di denti molto più solidi e meno attaccabili dalla carie fino all' 80% in meno rispetto alla media.
Dopo la gravidanza, la madre viene incoraggiata generalmente ad assumere fluoro durante l'allattamento e i pediatri sono soliti somministrare il fluoro sotto forma di integratore fino ai 6 anni d'età aumentando il dosaggio gradualmente in base al peso del bambino. Secondo molti medici sostenitori della teoria contraria, invece, l'assunzione di fluoro sarebbe superflua o addirittura dannosa. Un sovradosaggio di tale sostanza causerebbe infatti la fluorosi, ovvero un'anomalia dello sviluppo dello smalto che arriva ad assumere addirittura una forma cronica. Il fluoro è presente nelle acque potabili e minerali. Nei paesi in cui l'acqua del rubinetto viene arricchita con fluoro è stato riscontrato un aumento dei casi di fluorosi.
Alcuni studi di scienziati canadesi e inglesi ha addirittura messo in evidenza che il fluoro può creare danni a carico dello scheletro nonché al sistema nervoso centrale. Alla base della capillare diffusione del fluoro quale indispensabile alleato contro la carie ci sarebbero, a detta di molti, gli interessi delle grandi case farmaceutiche mondiali. L'efficacia del fluoro, infatti, sembra essere dimostrata solo se il fluoro viene direttamente in contatto con la superficie del dente e non se assunto per via orale (e quindi assorbito dal sangue). Quale delle due fazioni detenga la verità, non è dato sapere. Di certo ad oggi esiste maggiore informazione in merito e i pazienti possono decidere se sottoporre se stessi e i propri figli ad una profilassi mediante assunzione di fluoro in tutta libertà.
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